Ovvero come vivere secondo le dieci, basilari, regole del marketing ed essere felici. O quantomeno senza troppe paranoie. O perlomeno senza farvi odiare troppo dal prossimo mentre cercate di venderVi al fine di soddisfare il Vostro ego.
Prima regola
Le tette di Jessica Alba sono più importanti del Global Warming
A nessuno, nessuno, QUASI nessuno interessano disamine impegnate ed impegnative su ambiente, politica, economia o ancor peggio sui complicati intrecci del tuo inconscio traumatizzato. Domina e divulga il frivolo e avrai il mondo ai tuoi piedi.
Seconda regola
Sarò all’antica, ma il termine GRATIS riesce ancora ad impressionarmi…
Per lo stesso motivo per cui non faresti mai pagare una donna che ha accettato il tuo invito a cena. La prima e più importante dimostrazione del proprio alto valore risiede nell’estrarre una piccola porzione di quel valore e donarla. Se l’assoluto e totale altruismo attira parassiti e vampiri, una giusta e strategica dose di generosità genera rapporti sani e duraturi. Solo chi ha tanto può permettersi di regalare. E questo, chi ti sta intorno, lo sa.
Terza regola
Metti in vendita la perfezione: ci sarà sempre qualcuno disposto ad acquistarla
Coltiveresti rapporti con una persona lamentosa, paranoica, trasandata e puzzolente? No, di certo. Sei superficiale? No, non lo sei. Sei edonista. L’essere umano preordina lo stringere legami e acquisire beni materiali al raggiungimento del piacere. Nessuno è perfetto, ovviamente, ma questo non toglie che la tua stessa persona (o il vostro prodotto/servizio) debba rappresentare, per chi interagisce con te, un piccolo passo verso il raggiungimento della propria soddisfazione e gioia.
Quarta regola
Non vendi neanche l’acqua nel deserto, se fai capire di aver bisogno di venderla
Questa la spiego con due esempi:
a. Gli incontri migliori capitano quando siamo già fidanzati o impegnati
b. Non compreremmo mai oro, seppur a prezzo stracciato, da uno zingaro in Autogrill
E’ una questione puramente mentale-attitudinale. La ‘perfezione’ da sola non basta se non è corredata da tranquillità, dignità e fierezza. Se stai cercando moglie (o marito), cerca di ricreare, a costo di autoipnotizzarti, quella serenità interiore che ti caratterizzava l’ultima volta che sei stato fidanzato. Sei stai cercando clienti comportati come se avessi già 100 clienti e non avessi bisogno del 101esimo. Diversamente, ciò che otterrai dal prossimo sarà solo giustificato sospetto.
Quinta regola
La customer satisfaction è una menzogna. Esistono solo clienti che ritornano e clienti che non ritornano
La serata è stata divertente. Cena gustosa, arricchita da sguardi ammiccanti e intime confidenze che sembravano ben più che una promessa. Senti aver vissuto da protagonista la vigilia di qualcosa di importante. Eppure il giorno dopo non chiama e non risponde alle tue chiamate. Come se non bastasse, quello/a sfigato/a che hai trattato malissimo l’altra sera non fa che tempestarti di telefonate di romantici inviti ed espliciti ammiccamenti.
Quindi i “clienti” vanno trattati male? No. E ‘ segno che devi farti furbo e capire che non tutti i clienti sono uguali.
Sesta regola
Se il semplice ‘Ti amo’ non funziona, fallirà anche la più bella e intensa lettera d’amore
In tutta la storia dell’umanità non esiste un solo, unico, limpido e cristallino, esempio di dramma amoroso che si sia risolto con una lettera d’amore. E questo non è un caso: se hai bisogno di supportare con patetici lamenti la tua richiesta di amore, sei già stato abbandonato. Te ne devi solo rendere conto.
Il desiderio e la successiva acquisizione sono processi pressochè istantanei e, se vogliamo, oggettivamente immotivati. Tanto irrazionali da trascendere il libero arbitrio. Le tue suppliche riservale alla pattuglia della Stradale che ti fermerà ubriaco sulla Statale: in quel caso, e solo in quello, suscitare misericordia nel prossimo avrà un minimo di valenza strategica.
Settima regola
Non puoi piacere a tutti. Neanche Dio piace a tutti
Parafrasando una frase di Piernicola De Maria. “Solo una put**na soddisfa tutti“: non pretendere di piacere, molto o poco, a tutti. Non è possibile ed è frustrante ambire a tanto successo. Cerca di farti amare di più da coloro che già ti amano: sono coloro che convinceranno altri ad amarti. E metti in conto (rassegnati) che qualcuno potrà anche odiarti. Ma fa parte del gioco.
Ottava regola
Oscar Wilde non si intendeva di marketing
“Bene o male, purchè se ne parli” (Oscar Wilde). Vera e propria paleontologia del sapere umano. Coerente con il periodo in cui fu scritta.
Manda a cagare certe arcaiche ed egocentriche convinzioni!
Oggi è tutto diverso: cellulari, email, social network, blog, youtube, decine di giornali, migliaia di canali TV: basta una sola persona che parli male di te e, potenzialmente, il tuo sputtanamento diventerà planetario molto velocemente. Non a caso esistono i “Brand Reputation Manager” (addetti al controllo del “buon nome” di un marchio)
Identifica chi parla male di te e convincilo a cambiare idea, a costo di persuaderlo, ipnotizzarlo, corromperlo, minacciarlo: una persona che ti osteggia fa lo stesso rumore di dieci che ti inneggiano.
Nona regola
Persino i Testimoni di Geova non ti citofonano più alle 6 del mattino della Domenica
Azzardare l’intromissione nell’altrui vita nel momento sbagliato è in grado, da sola, di compromettere quanto di buono hai fatto seguendo le prime otto regole. Non c’è un vero e proprio “momento giusto”, ma il “momento sbagliato” è facilmente postulabile: ogni volta che scegli di approcciare una persona (o un cliente) basandoti UNICAMENTE sulla maggiore probabilità di trovarla disposta ad ascoltarti.
Decima -e ultima- regola
Se pensi che il marketing non esista, sei diventato un esperto di marketing
Non esistono tecniche sicure e garantite. Sii te stesso, sii sempre fiero di ciò che sei e di ciò che hai da offrire, nel bene e nel male.